Pubblicato il 18 dicembre 2019
La vecchiaia è spesso associata a rappresentazioni sociali semplificatrici e stereotipate; le persone lottano per mantenere uno status e un'identità sociale di valore quando sono classificate come "vecchio" o " anziano".
«Come porti bene i tuoi anni!» E una frase che a tutti piace sentirsi dire, ma è un complimento oppure è una frase «ageista»? In fondo significa che appari in forma solo se dimostri un'età inferiore alla tua. Ma che male c'è a dimostrare la propria età? Anzi, che male c'è ad avere la propria età, qualunque essa sia, e a rivendicarla con orgoglio? L'ageismo, spiega Ashton Applewehite, è una forma di discriminazione che si nutre di pregiudizi relativi alle classi d'età. E, in una società occidentale concentrata sul valore della giovinezza in modo addirittura grottesco ma in cui la vita media si è incredibilmente allungata, chi ne fa le spese è proprio la categoria di persone più numerosa: le persone non giovani. E allora è giunta l'ora di combattere con fermezza tutti pregiudizi ageisti. La vita cambia quando si invecchia, questo è certo: ma non è affatto detto che cambi in peggio, perché invecchiare significa procedere in una trasformazione costante che ci arricchisce come individui e come elementi della società: nel lavoro, nel rapporto di coppia, nelle relazioni interpersonali. Una società che emargina le persone più vecchie è una società non solo meno saggia, ma anche meno creativa. Age pride!
n base all'età si decide chi deve studiare, chi deve votare, chi deve guidare, chi deve lavorare, chi deve smettere di lavorare e tante altre cose complementari. L'età è un criterio di giudizio primario: categorizza le persone, marchia le nostre relazioni. Gli stereotipi e i pregiudizi legati all'età sono duri a morire e pervadono ogni aspetto della vita sociale. Ne fanno le spese soprattutto i più anziani e i più giovani, compresi i bambini e gli adolescenti, che nel confronto con l'individuo adulto sono considerati manchevoli, difettosi, insomma imperfetti. Ma è possibile contrastare i pregiudizi d'età e arginarne le conseguenze negative?
Quante ingiustizie deve ancora subire il povero Gianni? Dai colleghi d’ufficio, alla vicina di casa pestilenziale, fino alle pretese impossibili della ex moglie, le angherie quotidiane sono infinite. Marco invece è un uomo buono, gentile, indifeso. Innamorato di Cinzia la giovane collega che lo schiavizza e lo illude. Bisognerebbe arrabbiarsi e imparare a farsi rispettare, ma come si fa? Da soli difficile ma forse unendo le forze...
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